Crisi Economica: Opportunità per l’e-commerce qui

Da qualche tempo si leggono domande interessanti su come la crisi economica mondiale stia influenzando il web e l'e-commerce in particolare.

Si parla di crisi mondiale, generalizzata e diamo per scontato che abbia coinvolto tutti i settori.
Ma nessuno si pone domande come qeste: l'e-commerce sente la crisi? E' corretto parlare di ‘crisi' nell'e-commerce quando si stima una di oltre il 20% nel 2008?
Si, se ci riferiamo alla ‘mancata crescita' o al ‘rallentamento della crescita'. No, se ci riferiamo a dati assoluti.

Ma siamo sicuri che questa questa crisi (o mancata crisi) siano dannosa per l'e-commerce italiano? e se invece fosse un'opportunità da sfruttare?

Partiamo da una semplice analisi del mercato Italia.
In Italia gli acquisti su Internet nel 2008, nonostante la crisi, supereranno i 6 miliardi di euro (7 se consideriamo il fatturato dei siti esteri) con una crescita rispetto al 2007 di oltre il 20%.
Gli italiani effettueranno circa 19 milioni di ordini e le vendite on-line rappresenteranno solo 1%  del totale  vendite retail.
34 milioni gli italiani che navigano in rete ma solo 6 milioni quelli che acquisteranno on-line.
I servizi (turismo, ticketing, assicurazioni, ricariche telefoniche) rappresentano il 70% del mercato, solo il 30% la vendita di beni.

Compariamo il mercato Italia con gli altri mercati.
Il mercato statunitense vale 260 miliardi di $, il mercato Europeo tiene il passo con un onorevole 170 Mld di Euro.
Il mercato Inglese fa la parte del leone con oltre 70 Mld di fatturato. Ben distanziati seguono Germania e Francia.

Le vendite on-line in Europa rappresentano mediamente il 6%-7% delle vendite retail totali; in UK si arriva ad un picco del 15%.
In Europa i consumatori vanno online soprattutto per comprare beni fisici: il rapporto tra vendita beni e vendita servizi oscilla ovunque tra 60/40 e 70/30. Fra i servizi il comparto “turismo” segna le quote di fatturato più elevate un po' ovunque.

Passiamo a considerare la relazione fra crisi e abitudini di acquisto.
In fase di crisi economica il consumatore riduce i consumi, è più sensibile alla variable prezzo e aumenta le ‘insegne' visitate.  Rispetto al passato il consumatore può inserire fra le insegne, anche il commercio elettronico: un nuovo canale dove fare shopping.
Già oggi ci sono circa 18 milioni gli italiani che usano il web per ricercare informazioni su prodotti e servizi (il cosiddetto “info-commerce”).
Lo scarto fra questo dato e i 6 milioni di web shoppers italiani, in condizioni di stabilità del mercato, segnerebbe anche il perimetro di crescita potenziale del commercio elettronico.
In una fase di crisi questa crescita potenziale è destinata ad essere maggiore in quanto aumenta la base di consumatori in cerca di informazioni.

Arriviamo all'opportunità data dalla crisi economica.
Mettiamo tutto insieme: situazione Italia, situazione Europa e abitudini di acquisto.

La ‘nostra' fortuna in questa fase di stagnazione è da cercare proprio nelle dimensioni del mercato: l'e-commerce in Italia è destinato inevitabilmente a crescere almeno fino a raggiungere i livelli medi europei. (è ragionevole presupporre che nei prossimi anni l'e-commerce dovrà raggiungere almeno i 50 miliardi di Euro)

Anche il rapporto vendita beni su vendita servizi dovrà bilanciarsi e adeguarsi alle medie (mondiali in questo caso). Oggi nel panorama e-commerce italiano mancano le aziende manifatturiere. In Italia si vendono solo servizi!
Ma cosa c'è di meglio di una contrazione dei consumi per ‘svegliare' le aziende manifatturiere? Questa crisi porterà più aziende on-line, aumenterà l'offerta e conseguentemente aumenteranno le vendite.

Ultimo aspetto, ma senza dubbio il più importante: le abitudini dei consumatori.
In fase di crisi si assiste alla contrazione dei consumi ma è altrettanto vero che il consumatore tende a cambiare le abitudini di acquisto. Cambiamenti si possono apprezzare sia a livello di paniere che di canale.
La variabile prezzo diventa più rilevante e deve/può essere usata come leva di marketing per incrementare le conversioni. (Ricordiamoci però che il prezzo da solo non basta! Il web shopper è attratto anche da altre variabili quali sicurezza, comodità, assortimento, profondità di gamma, disponibilità, risparmil in termini di tempo, customer care, consegna etc etc)

Ecco quindi che una parte consistente di consumatori, attratta dalla convenienza del web o anche solo alla ricerca di informazioni, potrebbe decidere di sperimentare un nuovo canale dove fare shopping. 
Ma non solo,  in questo scenario, pur avendo un rallentamento della crescita (e non del fatturato) , avremo una alta crescita di soggetti attivi che rimarranno nel mercato anche quando la crisi sarà finita.

Una vera opportunità per l'e-commerce!

Compito del merchant è quello di convertire la visita in vendita, ma soprattutto rendere l'esperienza di acquisto assolutamente positiva.
Il comportamento successivo all'acquisto genera sensazioni di soddisfazione o di insoddisfazione.
Se il consumatore è soddisfatto, aumenterà la probabilità di un riacquisto utilizzando lo stesso canale, tenderà a parlar bene dell'e-commerce ad altri e aumenterà la probabilità che il cliente ritorni nel punto vendita. Ogni merchant avrò guadagnato un potenziale cliente!
Al contrario, un consumatore insoddisfatto eviterà il riacquisto, sconsiglierà l'acquisto ad altri e ritornerà al canale di vendita tradizionale.

Andrea Spedale

Da sempre appassionato di informatica e commercio. Queste passioni hanno influenzato le scelte formative (perito informatico, laurea in economia e commercio con tesi “marketing e nuove tecnologie di comunicazione”) e le scelte di vita (imprenditore ed e-imprenditore). E' un imprenditore nel settore industriale e dall’ottobre 2002 anche un e-imprenditore con diversi negozi attivi on-line in 3 diversi settori. Nel settembre 2004 ha dato il via al progetto aicel e nel e settembre 2007 ha fondato AICEL la prima e unica associazione italiana dedicata al commercio elettronico dove attualmente ricopre la carica di presidente.

6 Commenti
  1. Secondo il mio punto di vista l’e-commerce rappresenta una gran opportunità per le aziende italiane, soprattutto quando i costi di gestione di un’impresa rappresentano un ostacolo non indifferente alla crescita economica delle stesse.

    Fortunatamente esistono oggigiorno validi strumenti di marketing, per lo più a basso costo o gratuiti che possono sostenere le imprese che decidono entrare a pieno titolo nel commercio in rete. Il problema principale è la visibilità; difficile da ottenere se non si hanno le conoscenze basiche di SEO o online marketing.

    Quando le imprese inizieranno a fidarsi di queste nuove tecnologie, allora l’e-commerce si convertirà in una reale opportunità; per il momento la strada da percorrere è ancora lunga.

    Luca Parrella
    Responsabile SoloStocks Italia

  2. spero che l’e-commerce possa diventare sempre più competitivo rispetto al mercato tradizionale.. però in passato ho avuto dei problemi con l’e-commerce girando per in web ho trovato http://www.e-certo.com dove è possibile segnalare siti furbetti…io ho scritto di un cellulare acquistato su ebay e mai ricevuto!

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