Nomi a dominio accentati: più combinazioni, più opportunità, più problemi. qui

Nel Regolamento di assegnazione e gestione dei nomi a dominio nel ccLTD.it è stata introdotta la possibilità di registrare i nomi a dominio contenenti lettere con accento (è) umlaut (ö) tilde (ñ) cediglia (ç) e segni simili.
Non si tratta di una semplice modifica ortografica.

Tale innovazione ha infatti notevolmente aumentato la quantità di domini potenzialmente registrabili, consentendo di assegnare per la prima volta nomi accentati come caffè.it o qualità.it.

Apparentemente, dunque, la scelta di modificare il Regolamento in senso meno restrittivo presenta risvolti del tutto positivi. In particolare, le Società che già hanno registrato il nome a dominio corrispondente al relativo marchio aziendale, ora hanno la possibilità di ampliare il ventaglio dei domini registrabili e di conseguenza sfruttabili a livello commerciale.

Eppure, non tutto è così lineare come sembra. I nomi a dominio sono infatti assegnati per ordine di domanda e i minuti successivi all’entrata in vigore della versione rivisitata del Regolamento sono stati caratterizzati da una vera e propria corsa alla registrazione dei “nuovi” nomi a dominio, che non sempre ha giovato alle imprese con una denominazione sociale accentata.

Si veda, ad esempio, cosa è accaduto con nestlè.it e nestlé.it o nestle.it.
Oppure nel caso giuffrè.it e giuffré.it o giuffre.it come pure cartasì.it e cartasi.it

Da questi casi si possono trarre alcune riflessioni:

– le combinazioni di nomi a dominio attuabili possono ora essere moltissime e per un’impresa è facile lasciarsi sfuggire uno o più domini identificativi del proprio marchio;

– l’aumento del numero di nomi a dominio simili tra loro rischia di favorire fenomeni di cybersquatting, ossia di accaparramento di domini, specie se corrispondenti a marchi più o meno rinomati, o di nomi di personaggi celebri;

– tale sfruttamento, oltre a sviare i potenziali clienti delle Società titolari dei marchi, può arrecare un danno anche agli utenti del web che visitano i siti “civetta”, che potrebbero raccogliere ed utilizzare informazioni e dati personali per farne usi non leciti.

E’ dunque sempre più essenziale operare un’adeguata tutela dei propri segni distintivi ed effettuare un costante screening dei propri marchi e nomi a dominio.

Gianluca Carobene

L'Avvocato Gianluca Carobene è cultore di Diritto Internazionale presso l'Università di Heidelberg, Cultore della materia del diritto industriale presso la Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Padova, Cultore della materia del diritto brevettuale presso la Facoltà di Medicina - Biotecnologie - dell'Università degli Studi di Padova, docente in materia di Information Technology e Consulente Privacy per Enti Privati, Enti Pubblici ed Associazioni di settore.

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