L’operatore italiano Eolo punta a spingere la connettività via onde radio ad alta frequenza, arrivando a coprire fino al 15% delle famiglie non raggiunte dalla fibra. Un piano ambizioso che sfida il digital divide e riorganizza il mercato delle telecomunicazioni
Nel panorama delle telecomunicazioni in Italia si apre un nuovo capitolo: l’azienda Eolo, nata nel 2005 nella valle dell’Olona e da tempo specializzata nella connettività Fwa (Fixed Wireless Access), ha ufficializzato un piano che punta sulle onde millimetriche per portare Internet ultraveloce anche nelle aree non cablate con la fibra.
Le onde millimetriche, in particolare nella banda dei 26 GHz e 28 GHz, rappresenterebbero la soluzione tecnologica in grado di colmare le “zone bianche”, ovvero quelle aree dove la fibra non arriva per ragioni geografiche o economiche. Questi strumenti raggiungono velocità teorica fino a centinaia di megabit per secondo, grazie a distanze più limitate e canali radio ad alta capacità.
L’obiettivo dichiarato dall’azienda è di portare la copertura Fwa fino ad almeno il 15% del mercato italiano, rispetto all’attuale quota stimata del 10%. La strategia è giocare sulla velocità di dispiegamento e sui costi contenuti rispetto alla fibra, che richiede scavi per la posa dei cavi e lunghi tempi di intervento, una delle criticità per le aree più difficili da raggiungere. “Quando siamo in aree con una densità abitativa minima, l’adozione della rete radio è più efficiente”, ha spiegato, infatti, l’amministratore delegato Guido Garrone.
Rete a onde millimetriche, banda ultraleggera
La scelta di puntare sulle onde millimetriche arriva in un momento in cui l’Europa fissa obiettivi ambiziosi: tra questi vi è quello di garantire la banda ultralarga anche dove la fibra non arriva, con clienti che possono accedere a connettività superiore a 100 Mb/s. Eolo intende rispondere proprio a questa esigenza, estendendo la propria rete e offrendo una valida alternativa alla fibra nei casi in cui l’utilizzo di quest’ultima è impraticabile.
Per le famiglie italiane del cosiddetto “ultimo miglio” digitale, che vivono in abitazioni isolate o in zone rurali, questa offerta può rappresentare un’occasione concreta. L’azienda prevede che il proprio modello possa servire fino a tre milioni di famiglie, che oggi non beneficiano di infrastrutture tradizionali.
D’altra parte, c’è la sfida della qualità del servizio: garantire tempi di latenza competitivi e stabilità del collegamento resta essenziale, soprattutto in un’epoca in cui smart working, gaming online ed ecommerce sono ormai parte della quotidianità.
Un altro aspetto rilevante riguarda la governance e l’espansione dei partner tecnologici: Eolo ha annunciato collaborazioni con aziende come Nokia e Zte per l’adozione di apparati compatibili con le nuove frequenze e la tecnologia 5G Stand-Alone, riducendo i costi di ogni antenna e accelerando la copertura.
Questo approccio tech-first risponde sia alla pressione competitiva, sia alla richiesta dell’industria e del regolatore di soluzioni efficaci per il digital divide, ovvero la disuguaglianza nell’accesso e nell’uso delle tecnologie digitali, specialmente Internet.
L’attuazione di un piano su larga scala richiede, però, investimenti importanti e una gestione logistica in zone spesso poco servite. Inoltre, l’azienda dovrà confrontarsi con l’evoluzione normativa in materia di spettro delle frequenze radio, regolamentazione e diritti d’uso delle frequenze. La coesistenza con la fibra, le reti mobili e i provider satellitari richiede una visione armonizzata che ancora fatica a definire i confini in Italia e in Europa.
