Mentre l’Ai Act entra nella sua fase cruciale, l’Italia rischia di arrivare impreparata. Intanto, Meta è sotto indagine Antitrust per l’integrazione forzata dell’Ai su WhatsApp e rifiuta di firmare il Codice di condotta europeo

Mentre l’Ai Act entra nella sua fase cruciale, l’Italia rischia di arrivare impreparata. Intanto, Meta è sotto indagine Antitrust per l’integrazione forzata dell’Ai su WhatsApp e rifiuta di firmare il Codice di condotta europeo
Meta ha patteggiato con un’attivista, accettando di non usare più i suoi dati personali per la pubblicità mirata su Facebook. Il caso, sostenuto anche dall’autorità britannica per la privacy, potrebbe aprire la strada a un nuovo diritto di opposizione. Intanto in Europa cresce la pressione legale su Meta per l’uso dei dati degli utenti, anche in ambito IA
Gli attivisti per i diritti digitali del gruppo Ekō, hanno raccolto 5.000 firme per chiedere a Meta di non usare più i dati a scopo di marketing: l’azienda, sembra, stia continuando a farlo nonostante la mancanza di consenso
Meta ha modificato la policy sulla privacy, consentendo l’uso dei dati di circa 4 miliardi di utenti iscritti per addestrare il proprio programma di AI. La Ong austriaca Noyb ha presentato denuncia a undici Garanti per la privacy europei ottenendo una momentanea sospensione
Il meccanismo “pay or consent” chiede agli utenti di Facebook e Instagram di scegliere se pagare per evitare annunci o navigare gratis concedendo l’uso dei dati per pubblicità mirate. Secondo la Commissione europea, il modello violerebbe le norme del Dsa sulla concorrenza digitale