Cresce l’interesse per i canali e-commerce nel settore Pharma

Secondo un’indagine realizzata dall’agenzia Industry, gli store delle parafarmacie hanno registrato quasi 2 milioni di visite nel 2024

Gli store online delle parafarmacie sono diventati un canale d’acquisto comune e diffuso. La svolta del settore è arrivata quest’anno, dopo la crescita esponenziale legata al lockdown e un calo di interesse nel biennio 2022-2023. Nel corso del 2024 gli eRetailer, e-commerce legati a insegne fisiche, hanno ricevuto mediamente più di 700mila visite al mese. Mentre i Pure Player, intesi come e-commerce che non dispongono di un canale fisico, hanno superato la soglia di un milione di visite mensili. I dati emergono da un’analisi realizzata sul periodo gennaio 2019-giugno 2024 dall’agenzia Industry, specializzata nella consulenza strategica per lo sviluppo di e-commerce e attività di digital marketing.

Le visite medie mensili sono aumentate tra il 2019 e il 2024 del 37%. In questo panorama, sono naturalmente presenti anche store affermati come eFarma, Farmaè, Farmacia Loreto, FarmaSave che superano abbondantemente questi valori, o realtà come Dr Max e Redcare che in due anni hanno più che raddoppiato il proprio traffico. Ad esempio, Dr Max ha una crescita stimata del +380% e Redcare del +205%. 

Ma quale è il profilo tipo dell’utente che consulta gli store online delle parafarmacie? Sempre secondo l’analisi di Industry, è per lo più una donna (60%) che sceglie di fare acquisti online per risparmiare tempo e denaro. Inoltre, anche altre fasce demografiche, come i giovani adulti tra i 25 e i 54 anni, rappresentano una fetta importante del traffico degli store (67%).

L’indagine mette in luce inoltre un altro aspetto, l’aumento del livello di fidelizzazione. Nel 2024, circa il 50% del traffico proviene da accessi diretti, tramite collegamento dell’utente/consumatore all’e-commerce digitando il nome dell’insegna direttamente nel browser. Questo è un segnale di una crescente familiarità con gli store online. Il dato è rafforzato anche dall’aumento delle pagine visitate mediamente per sessione (3,2 di media) grazie all’ottimizzazione dei contenuti multimediali (video, fotografie, articoli) e dell’esperienza utente.

Andrea Longo, cofounder di Industry e consulente di e-commerce e digital marketing, commenta: “La private label non gioca un ruolo particolarmente aggressivo nel comparto online del pharma, vale a dire che la concorrenza maggiore sugli scaffali virtuali proviene dai grandi marchi e dalle aziende più affermate che offrono un assortimento di prodotti in linea con quello disponibile nei punti vendita fisici. Questo “mirroring” tra assortimento fisico e digitale permette al consumatore di vivere un’esperienza d’acquisto continua e coerente”.

Come sia stato possibile raggiungere questa crescita, lo definisce Longo aggiungendo: “Durante il picco della pandemia, molti store online si sono trovati impreparati di fronte all’ondata di nuovi clienti. Abituati all’interazione diretta con il farmacista di fiducia, molti utenti hanno riscontrato difficoltà a navigare su piattaforme fredde e poco intuitive. In risposta, gli e-commerce hanno attuato una serie di interventi per rendere l’esperienza dell’utente più interattiva e personale. Un esempio significativo è l’aumento dell’uso dell’email marketing (newsletter), utilizzato per “dialogare” con il consumatore e guidarlo verso lo store. Parallelamente, molte insegne hanno intensificato la loro presenza sui social network, esplorando nuovi canali come TikTok e sperimentando tecnologie innovative come il live streaming commerce”. Ad agosto 2024, la media dei follower per store è di circa 40.000 su Facebook, 13.000 su Instagram e 7.000 su YouTube.

Il rovescio della medaglia per molti è stato però un aumento dell’indebitamento. Gli sforzi per aumentare awareness, reputation e conversioni richiedono ingenti investimenti da parte degli store. Alcuni store, pur mostrando crescite sorprendenti in termini di traffico, con picchi del +380%, soffrono di un indebolimento della propria posizione finanziaria, con indebitamenti che arrivano a superare la soglia dei 20 milioni di euro. Inoltre, nonostante i progressi ottenuti negli ultimi anni, molti e-commerce non sono ancora completamente mobile friendly, con rallentamenti importanti e bug che creano disagi nella navigazione da smartphone. Solo una percentuale molto bassa degli store monitorati dispone di un’app mobile (23%), peraltro con una valutazione media degli utenti ancora bassa.

Redazione

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