Le quote rosa dell’e-commerce riunite per la parità di genere

Una giornata di confronto organizzata da Ecommerce School tra oltre venti professioniste del settore che brilla per la spinta all’inclusività

Si sono riunite a Bologna lo scorso 4 ottobre oltre venti imprenditrici e e-commerce manager nell’ambito di una giornata organizzata da Ecommerce School (https://www.ecommerce-school.it) con l’obiettivo di accelerare la sfida per la parità di genere. Si è trattato del primo incontro nazionale delle professioniste dell’e-commerce che hanno portato l’attenzione su un dato molto significativo. 

In Europa le donne sono pagate in media il 13% in meno degli uomini e, per colmare questo divario, si stima un’attesa di ben 169 anni (Fonte: Global Gender Gap Reports 2023 – World Economic Forum). Da qui la decisione dell’Europarlamento di abolire il segreto salariale, per dare visibilità a eventuali retribuzioni discriminatorie: tutte le imprese pubbliche e private dovranno rendere trasparenti i criteri di retribuzione e intervenire se il divario di genere supera il 5%. 

Ma la questione non è solo salariale, riguarda anche i ruoli. In Europa la presenza di donne nei CdA è ferma al 35% e meno di un’azienda su 10 (il 7%) è guidata da donne Ceo. In Italia, poi, questa percentuale si abbassa al 3% (Fonte: European Women on Board). Una luce arriva dalle startup, secondo quanto rilevato da Unioncamere: le imprese innovatrici al femminile sono ancora solo il 13,6% del totale, ma con un +40% nell’ultimo biennio. In generale, le imprese femminili rappresentano il 22% dell’imprenditoria italiana, a fronte del 32% europeo.

A dare una spinta alla parità di genere è il settore e-commerce dove i dati, gli obiettivi e i risultati sono cruciali più che in altri comparti. Per questo, il merito e le competenze hanno più possibilità di prevalere su fattori di altro tipo.

“L’e-commerce è per definizione democratico − racconta il team di Ecommerce School, la prima scuola di formazione e-commerce per imprenditori e manager in Italia − perché dietro a un sito che vende online poco importa se sei donna o uomo. Vince il merito. Se meriti risultati li ottieni, altrimenti no. Nonostante ciò, abbiamo spesso le aule formative piene di uomini e le figure imprenditoriali sono spesso uomini. Questo non è giusto. Sentiamo di avere un dovere etico, e dobbiamo dimostrarlo”.

Sul palco dell’incontro sono salite le protagoniste di venti storie di successo a illustrare alcuni dei progetti di vendita online più interessanti degli ultimi anni. Cosa è emerso in sintesi? Che l’e-commerce può partire dalle relazioni, dalla scelta in prima persona dei fornitori, dalla valorizzazione delle piccole realtà artigianali, dalla sostenibilità e dalla qualità. E farsi così promotore di stili di vita migliori. Il momento di confronto ha evidenziato attraverso le diverse esperienze che anche gli insuccessi fanno parte di storie vincenti.

Alcune testimonianze hanno poi fatto luce sul ruolo dell’intelligenza artificiale che può essere un’alleata e non una nemica. C’è chi ha stimato entro il 2035 un aumento della produttività del 40% in almeno 16 settori grazie all’AI (Brandplane).

Infine, un elogio della pigrizia che non è sinonimo di improduttività e della gentilezza che, si è detto, in un contesto lavorativo genera un clima rispettoso, sano e inclusivo, con impatti positivi nell’esecuzione della strategia per la creazione di valore.

Redazione

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