Dogane: l’Ue aggiorna le regole dell’ecommerce

L’Unione Europea riforma le regole doganali per rispondere al boom dell’ecommerce. Le piattaforme digitali saranno responsabili del pagamento di dazi e Iva, garantendo più controlli e un maggior gettito fiscale

La nuova frontiera del commercio internazionale passa anche per i magazzini digitali delle piattaforme come Shein e Temu. L’Unione Europea, consapevole del boom dell’ecommerce e della crescita esponenziale delle spedizioni di piccolo valore, ha deciso di intervenire. Obiettivo: tutelare i consumatori e recuperare risorse oggi disperse in un sistema doganale non più adatto a gestire milioni di pacchi quotidiani.

Il contesto è chiaro: il 75% dei cittadini europei tra i 16 e i 74 anni ha effettuato almeno un acquisto online nel 2023, secondo i dati del Consiglio europeo. L’ecommerce non è più un’alternativa, è la norma. Ma con la normalità arrivano anche le distorsioni: prodotti venduti da grandi marketplace extracomunitari con scarsa tracciabilità fiscale, controlli frammentati e un gettito Iva che sfugge alla rete. È su questo terreno che si gioca oggi la partita della riforma doganale.

La Commissione europea ha proposto un pacchetto di riforme che punta a rivoluzionare la governance dell’Unione doganale. “Vogliamo creare un sistema più intelligente, centralizzato e moderno”, ha spiegato Paolo Gentiloni, Commissario europeo per l’Economia. Il progetto prevede tre direttrici fondamentali: una partnership più stretta con le imprese, controlli più mirati grazie all’intelligenza artificiale e un nuovo modello operativo per l’ecommerce.
Il cambiamento più radicale riguarda proprio le piattaforme digitali che, nel nuovo impianto normativo, saranno considerate “importatori di fatto”. Una finzione giuridica che attribuisce loro la responsabilità del pagamento di dazi e Iva per conto del cliente finale. “È una svolta che alleggerisce il cittadino e rafforza il gettito fiscale”, spiegano fonti comunitarie. La Commissione stima in circa un miliardo di euro l’anno il potenziale recupero di entrate solo grazie all’eliminazione delle attuali soglie di esenzione Iva.

Dogane, aliquote semplificate e gestione digitale europea

Le nuove regole prevedono anche la semplificazione delle aliquote doganali per le spedizioni di modesto valore, che passeranno a quattro livelli, e la creazione di un’unica interfaccia digitale a livello Ue per la gestione dei dati doganali. In questo modo, si punta a superare l’attuale frammentazione tra gli Stati membri, aumentando l’efficacia dei controlli senza rallentare le consegne.

Ma se in Europa si prova a razionalizzare, negli Stati Uniti si preannuncia una vera scossa. Il presidente Trump ha annunciato l’intenzione di cancellare la soglia de minimis che consente oggi di importare beni fino a 800 dollari senza dazi. Il piano prevede l’introduzione di tariffe fino al 30%, una mossa che potrebbe colpire direttamente le piattaforme asiatiche e innescare una reazione a catena nei flussi commerciali globali.

Di fronte a questo scenario, l’Ue si è mossa anche sul piano multilaterale. Nel 2024, sotto l’egida della Wto, è stato raggiunto un accordo preliminare con oltre 90 Paesi per favorire il commercio digitale. L’intesa include l’eliminazione dei dazi sulle trasmissioni elettroniche e la promozione di firme digitali sicure, con l’obiettivo di facilitare le transazioni transfrontaliere in modo inclusivo e sostenibile.

Riforma delle Dogane, il commento di Aicel

Andrea Spedale, Presidente dell’Associazione italiana commercio elettronico (Aicel) commenta: “La riforma è un’opportunità importante per promuovere maggiore trasparenza, una reale semplificazione operativa e una parità di condizioni concorrenziali. È un passo fondamentale in un contesto caratterizzato dalle nuove dinamiche dell’era digitale e dalla forte crescita del commercio elettronico transfrontaliero. Riteniamo che un sistema doganale modernizzato e ben calibrato possa rappresentare un volano per lo sviluppo di un ecommerce competitivo, innovativo e basato su regole certe, offrendo nuove e concrete opportunità di crescita internazionale per le imprese italiane e per l’intero ecosistema digitale europeo”.

Prosegue Spedale: “L’effetto principale è di ristabilire le condizioni di concorrenza leale tra gli operatori europei ed extraeuropei, ponendo fine a una distorsione del mercato che fino a oggi penalizzava le imprese comunitarie”. Secondo Aicel, inoltre, “una piattaforma digitale unica a livello europeo può migliorare la trasparenza dei costi per i consumatori finali e contribuire a una maggiore responsabilizzazione degli operatori del commercio. A vantaggio del contrasto a fenomeni di elusione e sottodichiarazione.

Tuttavia è assolutamente necessario che il processo di implementazione della riforma consideri attentamente le peculiarità operative delle imprese, con una specifica attenzione alle piccole e medie imprese italiane, spina dorsale del nostro tessuto economico e motore di innovazione nel settore digitale. Innanzi tutto, riteniamo siano necessarie tempistiche di adeguamento sostenibili che permettano alle PMI di aggiornare i propri sistemi digitali e logistici, formare il personale e adeguarsi alle nuove procedure senza incorrere in sanzioni o interruzioni operative che ne comprometterebbero la competitività. Inoltre, è imprescindibile prevedere strumenti di supporto operativo e formazione mirata nella fase di transizione. Infine, l’onere degli adempimenti doganali e fiscali derivanti dalla riforma deve essere proporzionato alla dimensione e alla capacità amministrativa delle imprese. È cruciale evitare che micro e piccole imprese si trovino a sostenere costi e complessità burocratiche tali da penalizzarle significativamente rispetto ai grandi operatori internazionali, limitandone la capacità di crescita e di accesso ai mercati globali”.

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