L’intelligenza artificiale, come quella utilizzata da ChatGPT, richiede enormi quantità di energia. Le grandi aziende tecnologiche, come Microsoft, Google e Amazon, stanno esplorando il nucleare come fonte sostenibile per alimentare i data center
Lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale come ChatGPT richiede sempre più energia elettrica, spingendo le aziende tecnologiche verso fonti sostenibili. Sam Altman, ceo di OpenAI, ha previsto che entro pochi anni potremmo essere messi di fronte a una “super-intelligenza capace di superare le facoltà umane”, ma questo progresso richiederà l’utilizzo di enormi quantità di energia.
I data center assorbono, ad oggi, il 60-70% dell’energia consumata dall’intero settore tecnologico, una domanda che potrebbe crescere del 166% entro la fine del decennio.
Tra le soluzioni emergenti per ricavare l’energia necessaria, il nucleare sta guadagnando attenzione per la sua capacità di offrire la risorsa elettrica a basse emissioni e in modo stabile. Questa risorsa sarebbe, comunque, da affiancare a sistemi di produzione da fonti rinnovabili come il solare e l’eolico, eccellenti ma intermittenti e, per questo, bisognose di tecnologie di accumulo energetico.
A proposito dei colossi digitali che si stanno già muovendo in questa direzione, Microsoft ha recentemente siglato un accordo ventennale per l’acquisto di energia da Three Mile Island, una centrale nucleare in Pennsylvania famosa per l’incidente accaduto del 1979, il più grave nella storia degli Stati Uniti. L’evento influì pesantemente sullo sviluppo delle centrali statunitensi e ancora oggi è ricordato dalla popolazione, benché la maggior parte dei cittadini Usa si dichiari favorevole all’energia nucleare.
Anche Amazon, che tramite la sua controllata AWS fornisce numerosi servizi Internet sempre più legati alle AI, ha di recente acquistato un data center in Pennsylvania direttamente collegato a una centrale nucleare e sta espandendo le attività di ricerca e sviluppo legate alle tecnologie nucleari.
Bill Gates, noto soprattutto per avere co-fondato Microsoft, ha finora investito circa un miliardo di dollari per lo sviluppo di reattori nucleari più semplici da gestire, attraverso la sua società TerraPower.
Oltre a muoversi sull’esistente, le società hanno iniziato a valutare la possibilità di costruire nuovi impianti nucleari, ma i tempi di realizzazione potrebbero essere lunghi rispetto alle rapide evoluzioni dei sistemi di AI. Un nuovo impianto deve essere autorizzato dagli enti di controllo e in molti Stati può essere costruito solo dopo lunghe consultazioni con il territorio: chi si dichiara a favore del nucleare spesso non è favorevole alla costruzione di un nuovo impianto nella zona in cui vive. In parallelo, si investe anche in accumulatori e tecnologie per migliorare l’efficienza energetica.
Nonostante gli sforzi, la crescente domanda ha portato a un temporaneo aumento dell’uso di combustibili fossili negli Stati Uniti. Stati come Maryland e West Virginia hanno rinviato la chiusura delle centrali a carbone. Intanto, il Congresso ha introdotto incentivi per mantenere attivi i reattori esistenti. Three Mile Island, ora ribattezzata Crane Clean Energy Center, richiederà 20 mesi di lavori e almeno 600 operatori per tornare operativa.
In un contesto di transizione energetica, il nucleare appare una soluzione chiave per sostenere l’espansione delle AI, riducendo al contempo l’impatto ambientale. Tuttavia, i tempi lunghi e le sfide logistiche rendono cruciale un mix di soluzioni integrate tra nucleare e rinnovabili, per giungere agli obiettivi di “emissioni zero” entro il 2030.