Prezzi personalizzati e intelligenza artificiale: il futuro del dynamic pricing è già realtà

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo di determinare i prezzi, trasformando ogni acquisto in un’esperienza unica e su misura. Dai voli agli hotel, fino allo shopping online, le tariffe personalizzate stanno cambiando il mercato

Nel mondo del commercio, il prezzo non è più una cifra statica, ma una variabile che muta in tempo reale, modellata da algoritmi. L’intelligenza artificiale ha superato la fase sperimentale ed è diventata protagonista nel determinare quanto paghiamo per un prodotto o un servizio. Delta Air Lines, ad esempio, ha annunciato l’introduzione di tariffe su misura per ogni passeggero, calcolate tramite Ai. Oggi circa il 3% dei voli già applica prezzi così generati, e la compagnia punta a raggiungere il 20% entro la fine dell’anno. Questo rappresenta una vera rivoluzione nel concetto stesso di “biglietto aereo”. 

Gestione dei prezzi grazie all’Ai

Il dynamic pricing non è una novità assoluta, ma l’Ai lo rende più sofisticato e personale. Algoritmi di machine learning analizzano dati in tempo reale, tra cui domanda, disponibilità, concorrenza e comportamenti d’acquisto individuali. Secondo uno studio di McKinsey, l’adozione dell’intelligenza artificiale per il pricing genera incrementi dei margini tra il 5% e il 15%, un vantaggio che molte aziende considerano irrinunciabile. Il vantaggio non è solo economico: la personalizzazione permette anche di migliorare l’esperienza del consumatore, offrendo offerte rilevanti e tempestive

I settori interessati vanno ben oltre i voli. Hotel, piattaforme di concerti, servizi di streaming, ecommerce e perfino utility come gas e luce stanno sperimentando prezzi dinamici. In ambito alberghiero, ad esempio, le camere possono variare di prezzo non solo in base alla stagione o alla disponibilità, ma anche secondo la cronologia di prenotazione e le preferenze registrate dell’utente. Nelle piattaforme di ticketing, alcune startup stanno testando algoritmi che valutano quanto un utente sia propenso a pagare per un determinato concerto o evento sportivo, adattando le offerte di conseguenza. 

L’ecommerce è un terreno fertile per questa tecnologia. Amazon e Shopify già utilizzano forme di prezzi dinamici, ma con l’introduzione di sistemi Ai avanzati sarà possibile proporre tariffe personalizzate a ogni visitatore. L’utente potrebbe vedere un prezzo leggermente diverso da quello di un altro cliente per lo stesso prodotto, basato su storico di acquisti, frequenza di navigazione, dati demografici e perfino il momento della giornata. In questo senso, il dynamic pricing diventa uno strumento di marketing personalizzato, capace di aumentare conversioni e ottimizzare i ricavi. 

Privacy ed equità, problemi significativi

Tuttavia, questa rivoluzione non è priva di rischi. La crescente personalizzazione dei prezzi solleva questioni etiche e legali, soprattutto riguardo alla privacy e all’equità. Stabilire tariffe in base a dati comportamentali potrebbe generare discriminazioni, se i sistemi considerano criteri come posizione geografica, reddito presunto o comportamento di navigazione. Gli esperti avvertono che senza trasparenza e regolamentazione, i consumatori potrebbero percepire ingiustizie o mancanza di fiducia nei confronti delle piattaforme digitali
Inoltre, la gestione dei dati diventa centrale: i sistemi di Ai devono garantire sicurezza, anonimizzazione e conformità al Gdpr, soprattutto in Europa. Le aziende che non si adeguano rischiano non solo sanzioni, ma anche danni reputazionali. Al contempo, la capacità di leggere correttamente i dati è ciò che consente di offrire prezzi personalizzati senza allontanarsi da pratiche etiche.

Dal punto di vista del consumatore, il dynamic pricing può tradursi in vantaggi concreti. Offerte mirate, sconti temporanei in base alla disponibilità o suggerimenti di prodotti più adatti alle esigenze personali sono tutte possibilità rese concrete dall’intelligenza artificiale. Al contempo, occorre educare l’utente a comprendere che il prezzo non è sempre uniforme, e che ciò non significa necessariamente discriminazione, ma ottimizzazione dei flussi commerciali.

In apertura foto di Gerd Altmann da Pixabay

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