Bruxelles mette fine ai privilegi fiscali dell’ecommerce extra-Ue: regime Iva rivoluzionato con Ioss obbligatorio e responsabilità per i marketplace
Il panorama dell’ecommerce in Europa è pronto a cambiare radicalmente. Il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato una nuova direttiva che rivoluziona il regime dell’Iva per i prodotti venduti da Paesi extra-Ue, con l’obiettivo di chiudere le porte all’evasione fiscale e garantire maggiore equità rispetto agli operatori comunitari.
Fino a oggi, l’Europa ha tollerato una disparità di trattamento: merci di valore limitato importate da Paesi terzi potevano entrare nel mercato senza alcuna tassazione, grazie alla soglia minima di esenzione che spesso veniva sfruttata per pratiche illecite. Con la nuova normativa, quell’agevolazione sparisce. I venditori extra-Ue dovranno assumersi la responsabilità dell’Iva dovuta, a meno che non aderiscano al regime dell’Ioss (Import One Stop Shop), uno sportello unico pensato per semplificare i pagamenti e la gestione fiscale delle spedizioni, ma senza eludere le imposte.
L’introduzione del regime Ioss rappresenta un punto di svolta: permette al venditore extra-Ue di addebitare al consumatore finale un prezzo già comprensivo dell’Iva, che viene raccolta e versata tramite un portale digitale europeo. Una soluzione innovativa per garantire trasparenza, accelerare le consegne e mettere fine al dilagare delle vendite sotto tassa.
Accanto a questo intervento, l’Ue rafforza il regime Oss (One Shop Stop) per l’ecommerce intra-Ue e introduce la responsabilità diretta dei marketplace. Se un venditore esterno utilizza una piattaforma come Canva, Zalando o Ebay per vendere beni all’interno dell’Unione, sarà la piattaforma stessa a doversi far carico dell’Iva quando il venditore non ha sede in Ue. In questo modo i gestori dei marketplace saranno chiamati a garantire il rispetto fiscale per conto degli operatori terzi.
Si tratta di misure che vanno nella direzione tracciata nel 2021, quando Bruxelles ha abbassato la soglia annuale per l’applicazione dell’Iva alle vendite intra-Ue dall’intervallo 35.000/100.000 euro a un tetto massimo di 10.000 euro, obbligando gli ecommerce a liquidare la tassa nello Stato membro di destinazione. Era l’inizio di un percorso di armonizzazione fiscale cominciato con l’introduzione del regime Oss, che oggi trova il suo punto di svolta nell’estensione a regime del pacchetto Iva digitale.
Il nuovo modello europeo punta un mercato unico più equo, più trasparente e più competitivo anche per le piccole e medie imprese dell’Ue, che non dovranno più subire svantaggi competitivi rispetto a operatori esterni che fino a ieri pagavano molto meno tasse.
Parallelamente, l’introduzione dei due sportelli, Oss e Ioss, conferma il ruolo di frontiera che l’Unione vuole assumere nel digitale: non più territorio di facilitazione per chi elude le regole, ma hub di standard condivisi, gestione integrata e responsabilità diffusa. Le imprese europee avranno ora più strumenti per espandersi nei mercati esteri senza barriere e penalizzazioni fiscali, mentre i consumatori potranno contare su una maggiore certezza in termini di prezzi finali e norme tutelate.
La messa a punto dei regimi Oss e Ioss è molto più di una riforma fiscale: è un cambio di paradigma nel modo di pensare il commercio elettronico. L’Europa detta regole chiare, non teme di trasformare le abitudini di acquisto globale e costruisce i presupposti per una crescita digitale inclusiva e sostenibile.