Il collettivo EuroStack propone un piano per ridurre la dipendenza dell’Europa dalle Big Tech americane, spingendo per politiche industriali più pragmatiche e un “Buy Europe” che favorisca le aziende tecnologiche europee
Il collettivo EuroStack, composto da oltre cento aziende e associazioni del settore tecnologico e digitale europeo, ha lanciato un appello per ridurre la dipendenza dell’Europa dalle Big Tech, in particolare quelle americane.
In una lettera inviata alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e alla commissaria per la Sovranità tecnologica Henna Virkkunen, EuroStack esprime “preoccupazione per la crescente vulnerabilità dell’Europa a causa della dipendenza dalle tecnologie non europee”.
Secondo il collettivo, la regolamentazione attuale non è sufficiente a contrastare la potenza delle tech company americane, e il rischio di una completa dipendenza tecnologica dall’estero è imminente.
Le tensioni geopolitiche, in particolare l’escalation tra l’Ue e gli Stati Uniti, stanno facendo emergere problematiche più urgenti. La Commissione Europea ha recentemente preso provvedimenti contro Google e Apple per violazioni delle regole stabilite dal Digital Markets Act, ma le misure potrebbero non essere sufficienti a prevenire un possibile scenario in cui le grandi compagnie americane allentano i rapporti con l’Europa.
Francesco Bonfiglio, uno dei fondatori di EuroStack, sottolinea che la sovranità digitale europea non è ancora una realtà, e l’esperienza del progetto GaiaX, che ha visto la partecipazione delle big tech americane, lo dimostra. Secondo Cristina Caffarra, economista e fondatrice di EuroStack, non è possibile competere direttamente con le big tech, ma è possibile invertire la dinamica della domanda. L’Europa ha decine di aziende tecnologiche con competenze elevate, e per affermare la propria sovranità digitale, deve fare leva su queste risorse.
La possibile soluzione del “Buy Europe” per la PA
EuroStack propone un approccio pragmatico, con politiche industriali che riducono le dipendenze nelle tecnologie critiche, come nel caso del nanismo dimensionale e imprenditoriale delle imprese tecnologiche europee, che limita la competitività nel mercato e la capacità di innovare, unito alla frammentazione dei mercati. Il collettivo sostiene che la chiave del cambiamento risieda nel “Buy Europe”, ossia nell’obbligo di preferire fornitori europei negli appalti pubblici, favorendo le alternative locali in grado di competere su scala globale.
Inoltre, EuroStack chiede un riordino dei fondi destinati alla Digital Decade, concentrandosi su progetti concreti e rilevanti per il mercato, come quelli che soddisfano obiettivi di sicurezza informatica.
Per garantire la crescita delle aziende tecnologiche europee, è necessario un supporto simile a quello che le big tech americane e cinesi ricevono, spingendo l’acquisto di tecnologie europee attraverso sussidi e incentivi mirati.
Questo approccio potrebbe favorire una transizione verso una maggiore indipendenza tecnologica per l’Europa, un passo fondamentale per contrastare le dinamiche di potere delle grandi multinazionali tecnologiche.