Fra annunci e decreti che rallentano l’Italia, l’ecommerce trova conferme solo nelle FAQ del Governo
La Pandemia è in atto! Giorni caotici dove capire cosa sta succedendo e dove stiamo andando è diventato davvero difficile.
Anche le cose semplici come andare a far la spesa al supermercato o portare il cane a far “la passeggiatina” diventano complicate. Siamo un popolo ormai vinto dalla burocrazia che trova normale che per uscir di casa per le esigenze di vita, si debba ricorrere ad una autocertificazione secondo un modello soggetto a continui cambiamenti.
In questo momento drammatico, i cittadini e le imprese avrebbero bisogno di certezze, di indicazioni chiare e precise, di rassicurazioni… tutti avremmo bisogno di una iniezione di fiducia in più e di qualche carta in meno!
Fiducia che deve venire da comportamenti responsabili, da frasi pesate e da interventi concreti a sostegno dei cittadini e delle loro organizzazioni sociali.
Fiducia che non può venire da una diretta facebook serale, che annuncia provvedimenti e che lascia poi tutti in preda a dubbi e perplessita per giorni, in attesa non solo del decreto ma delle più utili note esplicative.
Il senso di smarrimento uccide più imprese di quante ne possa fare una chiusura forzata. E l’eCommerce ne sa qualche cosa!
Il DPCM del 22 Marzo, annunciato la notte del sabato, ha creato il caos fra i gestori eCommerce. Sin dagli annunci social, proseguendo poi per le bozze del decreto circolate la domenica, continuando con l’uscita in GU nella notte stessa, e per i due giorni successivi la domanda che tutti si sono posti è stata: “quindi si ferma anche l’ecommerce?”
Nonostante la nostra interpretazione sia stata da subito favorevole, e comunicata in tutti i canali, la nostra Associazione è stata presa d’assalto: telefoni, mail e canali social sono diventati roventi!
Avremo risposto ad almeno 300 mail e messaggi provenienti da associati e non, tutti ci hanno rivolto un’unica domanda: possiamo riprendere l’attività?
Si sa, in un clima di incertezza e con una disposizione di legge tanto forte, è necessario che la conferma dell’esclusione dalle disposizioni previste dal decreto arrivi dalla stessa fonte che le ha annunciate. Non bastano le inerpretazioni autorevoli!
Ad oggi, ad eccezione di una comunicazione informale dal MISE e di una cicolare del Ministero dell’Interno, che in maniera quasi incidentale conferma che “con riguardo alle attività commerciali – quindi anche l’ecommerce n.d.a. – tuttavia, continuano ad operare le previsioni recate dal d.P.C.M. 11 marzo 2020“, tutto tace. O quasi…..
Quasi, perché senza alcuna comunicazione ufficiale, nemmeno un tweet o un post di facebook, chi lavora nel nostro settore, avvezzo al fat checking, scopre che l’eCommerce è autorizzato a continuare!! La fonte? Le F.A.Q. presenti sul sito del Governo.
Non una circolare, non una nota esplicativa, ma una semplice menzione all’interno di una serie di domande e risposte.
Eppure le nostre istanze per i canali ufficiali sono state presentate, la disponibilità ad utilizzare i nostri mezzi per veicolare ogni comunicazione date. (AICEL oggi raccoglie oltre 1000 venditori on-line, ha un database di oltre 5000 attività recensite).
Considerato quanto l’eCommerce possa fare davvero la differenza in questa situazione dove ai cittadini è impedito uscire di casa e considerata anche la sua funzione sociale che da pari disponibilità e dignità a tutti i cittadini non facendo differenze fra chi vive in città e chi vive in uno sperduto paesello di montagna, ci saremmo aspettati qualcosa in più!
L’eCommerce merita di più, le donne e gli uomini che gestiscono i negozi on-line meritano di più!
Andrea Spedale
Presidente AICEL