Hanno suscitato un qualche clamore oltreoceano siti di social shopping come Blippy che consentono agli utenti di condividere le informazioni relative ai loro acquisti online in virtù dell’accesso alla propria casella e-mail (sic) in modo tale da controllare gli scontrini e visualizzarne i dettagli (negozi da cui si è comprato, prezzo, prodotto).
Social Shopping: FaceBook is enough … per ora qui
In pochissimo tempo 125 mila utenti hanno dato l’autorizzazione, forse non troppo consapevoli degli aspetti di sicurezza e di privacy coinvolti.
Al di qua dell’oceano invece qualche dubbio sul livello di socializzazione delle informazioni c’è, ma certamente la crescita di Foursquare (1 milione di utenti attivi e molto buzz sulla Rete e fuori), con il quale si possono condividere i movimenti della propria giornata fuori dalla palestra e dentro un ristorante, ci fa riflettere su cosa voglia l’utente.
L’utente – è chiaro – vuole sostanziare la propria identità digitale delle proprie abitudini e delle proprie preferenze. Alle aziende spetta il compito di avvalersi di questa propensione per incentivare la viralità della comunicazione.
Come fare ? Rendendolo protagonista responsabile delle sue scelte e non subordinando i vantaggi derivanti da una relazione più stretta alla condivisione forzata di informazioni.
Facciamo sì che il nostro utente ripaghi, anche all’interno del nostro sito, i nostri prodotti e i nostri servizi con un “I like” perchè questo possa apparire sul suo wall di Facebook e così circolare.
Per ora questo è sufficiente.