La diffusione dell’e-commerce mitiga gli effetti dell’inflazione

Studio Ambrosetti e Amazon

La prima ricerca realizzata in Italia con l’obiettivo di valutare l’andamento dei prezzi generali e del commercio online in un contesto, come quello relativo al 2022, fortemente inflattivo. È l’indagine condotta da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Amazon.

Dall’indagine emerge che l’incremento dei prezzi e del costo della vita è il problema più sentito per 7 italiani su 10. L’e-commerce ha permesso a 6 italiani su 10 di aumentare o mantenere invariato il proprio potere d’acquisto nell’ultimo anno. Ma al centro delle criticità non ci sono solo i prezzi: secondo gli italiani, il canale online offre una maggiore reperibilità (65%) e ampiezza dell’offerta sia in termini di numero sia di varietà dei prodotti (78,2%).

La ricerca ha poi messo in relazione il commercio elettronico con prezzi e consumi. Come? Attraverso la costruzione di un database, unico in Italia, che ha incluso oltre 1 milione di rilevazioni di prezzi online su 23 mila prodotti comparabili di beni che compongono il paniere Istat dei prezzi.

Lo studio evidenzia che la diffusione dell’e-commerce consente di mitigare gli effetti dell’inflazione. Questo perché nonostante la perdita di valore del denaro, i prezzi online si sono dimostrati più stabili negli ultimi tre anni rispetto a quelli del paniere Istat. Inoltre, la stabilità dei prezzi online ha consentito agli italiani di spendere tra il 2020 e il 2022 circa 39 miliardi di euro in più rispetto ad una ipotetica situazione in cui i prezzi online fossero variati nella stessa misura del paniere Istat.

A beneficiare della stabilità dei prezzi online, in particolare, le categorie merceologiche di largo consumo: fai da te, salute e cura della persona, grandi elettrodomestici, giardino e giardinaggio, giochi e giocattoli.

Attraverso un modello econometrico lo studio ha calcolato la relazione statistica tra la diffusione dell’e-commerce in Italia e l’andamento dell’inflazione. In questo modo è stato dimostrato che nel Paese, all’aumentare di 1 punto percentuale della diffusione del commercio elettronico, l’inflazione diminuisce di 0,02 punti. Dunque, senza l’effetto della diffusione degli acquisti online negli ultimi sei anni l’inflazione sarebbe stata in media il 5% più alta. Inoltre, mitigando la riduzione del potere d’acquisto e del reddito disponibile, la diffusione dell’e-commerce ha abilitato circa 1 miliardo di euro di ricchezza disponibile per le famiglie italiane tra il 2020 e il 2022.

Quanto ai consumi delle famiglie italiane, l’indagine mostra che per ogni punto percentuale in più di diffusione del commercio elettronico i consumi in Italia aumentano di 845 milioni di euro.
Lo studio completo è disponibile qui.

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