Il Parlamento Europeo approva una risoluzione durissima contro le pratiche di marketplace come SHEIN e Temu. Al centro: abolizione dei vantaggi fiscali, responsabilità diretta sui prodotti e la minaccia reale di sospendere l’attività in Europa.
È finita l’era dell’impunità per i giganti dell’e-commerce extra-europeo che inondano il mercato di prodotti a basso costo, spesso insicuri e agevolati da vantaggi fiscali ormai anacronistici. Con una mossa politica senza precedenti, oggi il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione che segna un punto di non ritorno nella regolamentazione del commercio digitale.
Quella che è partita come una reazione allo scandalo francese delle “bambole con sembianze infantili” vendute su SHEIN , si è trasformata in una condanna sistemica ai modelli di business basati su “velocità, massimizzazione dei profitti e consumo eccessivo”. Per gli imprenditori italiani ed europei, questo documento non è solo burocrazia: è la promessa di un ritorno a condizioni di parità competitiva.
Il Casus Belli: Lo shock francese e la reazione sistemica
Tutto è iniziato nell’ottobre 2025, quando le autorità francesi hanno scoperto la vendita di bambole sessuali con sembianze di minori sulla piattaforma SHEIN, oltre ad armi e altri materiali illegali. Nonostante le promesse della piattaforma di rimuovere i contenuti, i prodotti sono rimasti accessibili in altri Paesi UE tramite semplici VPN solo due giorni dopo.
Questo episodio ha scoperchiato il vaso di Pandora. La risoluzione del Parlamento afferma chiaramente che “il caso di SHEIN non è isolato, ma riflette un modello sistemico” che coinvolge anche altri player come Temu, AliExpress e Wish. Il problema non è il singolo prodotto sfuggito al controllo, ma un’architettura commerciale costruita per eludere la supervisione europea sfruttando i volumi massivi di piccole spedizioni.
La Fine della Franchigia “De Minimis”: Una Tassa sulla Concorrenza Sleale
Il cuore economico della risoluzione risiede nel punto 30 e 57: il Parlamento accoglie con favore e sollecita l’abolizione della soglia di esenzione dai dazi doganali di 150 EUR.
Fino ad oggi, milioni di pacchetti provenienti dalla Cina entravano in Europa senza pagare dazi, grazie a questa franchigia pensata decenni fa per i piccoli regali tra privati, non per imperi logistici globali. Questo vantaggio fiscale ha permesso ai player extra-UE di praticare prezzi aggressivi con cui i merchant europei – gravati da tasse, dazi e costi di conformità – non potevano competere. Il Parlamento chiede inoltre una “tassa di gestione armonizzata” per coprire i costi di vigilanza doganale, segnalando che chi inonda le dogane di milioni di pacchetti dovrà pagare per i controlli che ne conseguono.
L’Opzione Nucleare: Sospensione delle Piattaforme
Forse l’aspetto più sorprendente del testo è la richiesta di rendere operativa la “sospensione temporanea dell’attività dei mercati online”. Il Parlamento insiste sul fatto che bloccare l’accesso a una piattaforma non deve più essere considerata una misura teorica o “eccezionale di ultima istanza”, ma una sanzione concreta per chi viola reiteratamente le norme.
Se piattaforme come SHEIN o Temu non dimostrano di poter controllare efficacemente i loro cataloghi, l’Europa si dice pronta a “staccare la spina”, impedendo l’accesso ai consumatori UE. È un avvertimento che cambia i calcoli di rischio per questi colossi: la non conformità potrebbe costare loro l’intero mercato europeo.
Responsabilità Diretta e Definizione di “Fast Fashion”
La risoluzione affronta anche il vuoto di responsabilità. Spesso, quando un consumatore acquista un prodotto pericoloso su questi marketplace, è impossibile rivalersi sul produttore cinese. Il Parlamento chiede che ogni venditore debba avere un rappresentante legale verificabile nell’UE. In assenza di questo, la responsabilità deve ricadere sul marketplace stesso, che dovrà fornire mezzi di ricorso ai consumatori.
Infine, c’è un attacco frontale al modello “Ultra-Fast Fashion”. Il Parlamento invita la Commissione a definire legalmente i termini “moda veloce” e “moda ultraveloce”. L’obiettivo è colpire specificamente quei modelli basati sull’usa-e-getta che generano enormi quantità di rifiuti tessili e sfruttano il lavoro a basso costo, imponendo procedure di conformità più rigorose per chi opera in questo segmento.
Cosa cambia per gli eCommerce Manager Italiani
Per chi gestisce un e-commerce in Italia, questa risoluzione è una notizia di importanza capitale. Significa che l’UE sta costruendo un argine contro la concorrenza di prezzo “sleale”.
- Pricing: I prezzi dei competitor cinesi sono destinati a salire per effetto dei dazi e dei costi di conformità.
- Logistica: I controlli doganali diventeranno più stringenti e digitalizzati, rallentando potenzialmente le spedizioni dirette extra-UE e favorendo chi ha magazzini in Europa.
- Brand Reputation: La risoluzione alimenta un dibattito pubblico sulla sicurezza e l’etica degli acquisti su queste piattaforme, offrendo ai merchant italiani l’opportunità di spingere sui valori di sicurezza, qualità e rispetto delle norme.
Non siamo più di fronte a semplici raccomandazioni. L’Europa ha tracciato una linea rossa: il mercato unico è aperto, ma solo a chi ne rispetta le regole.
