L’Istat ha sviluppato una nuova classificazione dal 1° aprile, che sostituisce l’attuale versione. L’e-commerce subisce un’importante revisione: da un unico identificativo si passa a 96 codici specifici
Il Codice Ateco è un sistema di classificazione utilizzato per identificare in modo univoco le attività economiche delle imprese e dei liberi professionisti. Dal 1° gennaio 2025 l’Istat ha sviluppato una nuova classificazione che entra in vigore domani, 1° aprile, che sostituisce l’attuale versione della classificazione 2007, aggiornata nel 2022. La nuova classificazione deve essere utilizzata per tutti gli adempimenti non solo di natura statistica, ma anche di natura amministrativa e fiscale.
Il processo di revisione delle classificazioni statistiche è un’attività ordinaria, anche se non ricorrente, che ogni 10-15 anni richiede un aggiornamento. La classificazione Ateco deriva dalla Nace (dal francese Nomenclature statistique des activités économiques dans la Communauté européenne), che a sua volta ha origine dalla Isic (International Standard Industrial Classification), il sistema di riferimento a livello mondiale.
Questa revisione ha richiesto un aggiornamento simultaneo sia della NACE, la nomenclatura delle attività economiche adottata da Eurostat, sia della Ateco, che rappresenta la sua declinazione nazionale.
Ateco ed e-commerce, cosa cambia
Con l’introduzione della nuova classificazione Ateco 2025, l’e-commerce subisce un’importante revisione: da un unico identificativo si passa a 96 codici specifici. Obiettivo, dettagliare le attività legate al commercio elettronico, offrendo una rappresentazione precisa delle diverse operazioni nel settore.
Nella versione precedente della Classificazione delle Attività Economiche, l’e-commerce era identificato da un solo codice, che comprendeva una vasta gamma di attività. Con l’aggiornamento 2025, tale codice è stato suddiviso in 96 nuove voci, ognuna delle quali rappresenta una specifica attività nel panorama del commercio elettronico.
Questa suddivisione dettagliata distingue tra le diverse modalità operative dell’e-commerce.
- Vendita di beni e servizi online: si differenzia tra prodotti fisici e digitali.
- Piattaforme di intermediazione: si separano marketplace e servizi di comparazione prezzi.
- Servizi di supporto e consulenza: si distinguono ambito logistico, marketing e customer care.
Aicel: dall’1 aprile scompare l’e-commerce
Per il presidente dell’Associazione italiana commercio elettronico, Andrea Spedale, si tratta di un cambio di paradigma che apre importanti questioni, ma anche nuove opportunità per i negozi online.
“La nuova classificazione Ateco in vigore dall’1 aprile rappresenta un cambio di paradigma significativo per il settore del commercio elettronico che scompare nei nuovi codici. Il passaggio da una codifica per canale a una per tipologia di prodotto, se da un lato apre nuove opportunità, dall’altro solleva questioni operative e normative rilevanti.
In particolare, la scomparsa del codice Ateco specifico per l’e-commerce rischia di creare incertezza, soprattutto in situazioni straordinarie come quelle vissute durante la pandemia, quando proprio tale classificazione ha garantito il riconoscimento e la continuità operativa del nostro comparto.
Per questo riteniamo fondamentale avviare un confronto con le istituzioni per garantire regole chiare e strumenti adeguati per identificare e tutelare le imprese che operano nel commercio elettronico.
Una proposta da valutare è l’istituzione di un albo o una licenza specifica per gli esercenti online che potrebbe contribuire a garantire trasparenza e professionalità nel settore. Anche attraverso uno strumento deontologico condiviso. Un modello ispirato alle normative del settore alimentare o immobiliare potrebbe offrire una soluzione efficace, capace di valorizzare le imprese serie e contrastare eventuali pratiche scorrette.
Come Associazione, ci impegniamo a collaborare attivamente con le autorità competenti per costruire un sistema normativo che sappia rispondere alle esigenze del mercato e tutelare i consumatori”.
Adempimenti per le imprese
La prima conseguenza immediata è il necessario aggiornamento dei dati aziendali: le imprese devono verificare e, se necessario, aggiornare i propri codici Ateco presso le Camere di Commercio per una corretta identificazione dell’attività svolta e allineamento con le nuove classificazioni.
A seguire si deve provvedere all’adeguamento della documentazione fiscale: la modifica dei codici potrebbe infatti influire su aspetti legati all’IVA, alla fatturazione elettronica e ad altri obblighi dichiarativi. È essenziale verificare eventuali aggiornamenti nelle istruzioni operative fornite dall’Agenzia delle Entrate.
Infine, bisogna vagliare la conformità con le direttive delle piattaforme di vendita online, che potrebbero richiedere l’aggiornamento dei codici Ateco per garantire la corretta categorizzazione dei prodotti e servizi offerti.