Amazon, il colosso di Seattle chiude i rapporti con i vendor per contenere i costi e non aumentare il prezzo ai consumatori. Dura la reazione di AICEL che pone l’attenzione sui rischi per i sellers già presenti sulla piattaforma
Amazon ha informato i propri vendor e i distributori europei che nell’ottica di contenimento dei costi e per evitare di trasferire gli aumenti di listini direttamente sui consumatori, smetterà di approvvigionarsi da loro preferendo rifornirsi da distributori proprietari di marchio o con accordi di vendita esclusiva con i brand.
Nella comunicazione ufficiale, Amazon ha precisato che i vendor potranno continuare autonomamente a vendere i propri prodotti sulla piattaforma Amazon Marketplace come seller venditori terzi.
La differenza tra Vendor e Seller: i primi sono soggetti che, agendo come fornitori, vendono direttamente ad Amazon, i secondi sono coloro che vendono su Amazon. |
Gli oltre 20mila vendor europei interessati non avranno molto tempo per prepararsi al cambiamento: i primi contratti saranno interrotti già dal prossimo aprile. Per molti di loro, il volume di affari sviluppato sul marketplace può arrivare anche al 30% del fatturato globale.
Amazon si rende però disponibile ad assisterli nella trasformazione da vendor a seller con un servizio dedicato attivo.
Dura la reazione di AICEL che vede in questa operazione un grande rischio per le migliaia aziende già attive come seller sul marketplace.
“La decisione di Amazon di bypassare i distributori europei ha una portata enorme sul settore dell’e-commerce“. Lo afferma Andrea Spedale, presidente di Aicel (Associazione Italiana Commercio Elettronico) che è l’associazione di categoria dei venditori online in Italia. “Saltando uno step della filiera di approvvigionamento, il colosso di Seattle potrà acquistare a prezzi sensibilmente ridotti e dunque ridurre i prezzi ai consumatori, mantenendo inalterati i suoi margini”.
Sulla trasformazione dei profili da vendor a seller, prosegue poi Spedale: “Sarà sempre Amazon a decidere i prezzi nella piattaforma. Ciò significa che i distributori avranno come primo concorrente proprio chi fino a ieri era il loro primo cliente. Lo sbilanciamento del mercato è evidente: il primo competitor dei vendor sarà la stessa piattaforma che detta regole, usa algoritmi per visualizzare le offerte, ricorre a prezzi dinamici, premia le buy box, vende sponsorizzate e riceve una commissione su ogni vendita generata. Con la conseguenza che gli attuali seller, già clienti dei vendor e della piattaforma, a breve si troveranno in una posizione di forte svantaggio competitivo ma soprattutto vedranno azzerarsi i loro margini al punto tale che non solo non potranno più rimanere nel marketplace, ma vedranno messa a rischio la sopravvivenza della loro attività”.
“Quindi chi non è produttore della merce, è bene che inizi a definire una “back home strategy”. Da tempo i marketplace si sono trasformati in “walled garden”, giardini chiusi di dati ed informazioni di forte rilevanza economica, costituendo di fatto un monopolio. Uno status che il Digital Markets Act, da poco approvato, sta puntando a contrastare in un’ottica di maggiore equilibrio e concorrenza del mercato”, conclude il presidente di Aicel.