L’Antitrust ha sanzionato le compagnie aeree low cost Norwegian Air e Blue Air rispettivamente con 250.000 e 300.000 euro per non avere rispettato la nuova norma introdotta nel nostro ordinamento a seguito del recepimento della direttiva 2011/83/UE in materia di diritti dei consumatori (Consumer Rights).
L’applicazione di un sovrapprezzo, collegato e corrispondente all’utilizzo di uno strumento di pagamento da parte dei consumatori, si pone in chiara violazione del citato art. 62 del Codice del Consumo.
Nei casi specifici l’Autorità è intervenuta per l’addebito di extra costi per pagamento con carta di credito. Vale però la la pena sottolineare che la norma riguarda non solo le carte di credito, ma anche altre forme di pagamento.
Nel comunicato stampa l’AGCM fa una specifica di non poco conto: nelle altre forme di pagamento include i bonifici e i pagamenti in contrassegno.
L’introduzione di questo divieto nel mercato italiano per tutti i settori economici ha esteso il divieto oltre ai c,d, credit card surcharge, pratica questa che era già stata sanzionata per il periodo precedente all’entrata in vigore della nuova normativa. La norma non specifica nel dettaglio quali pagamenti.
L’estensione al bonifico e al contrassegno invece desta qualche perplessità. Il contrassegno è scelto ancora dal 3% al 5% dei consumatori e il fee pagato al vettore dal merchant non rappresenta un onere finanziario controllato ma bensì un costo di “gestione” dell’incasso tariffato differentemente da ogni singolo operatore.
Il contrassegno è un servizio aggountivo messo a disposizione dal vettore al pari di una consegna su appuntamento, il fermo deposito o la consegna in 12 ore.
Nell’ottica di servizio accessorio, è il consumatore che decide liberamente di pagare per l’ottenimento di un vantaggio o soddisfazione di un bisogno particolare.
Che assurdità, sicuramente imposta da gente che non ha la minima idea di cosa significhi all’atto pratico.
Spero che l’associazione si muova per far rimuovere quanto prima questo ennesimo sopruso ai danni dei merchant,
già pesantemente danneggiati dall’obbligo di rimborso delle spese di spedizione. I merchant si sa ormai sono diventati la parte debole del contratto grazie ai numerosi “clienti” poco seri.
Non siamo più in un paese libero.
L’idea del “Codice del consumo” sarebbe quella di far crescere l’ecommerce. Si, l’ecommerce dei big che pagano il 5×1000 di tasse (a Lussemburgo e Irlanda) e che quindi possono sostenere i costi di tali baggianate.
Ai piccoli invece obblighi e multe come se piovesse.
Voi sì che sapete vedere avanti.