Una azienda su 3 compra on-line qui

l’Istat ha diffuso i principali risultati della rilevazione sull’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) nelle imprese con almeno 10 addetti attive nel settore dell’industria e dei servizi.  

Fra i vari aspetti rilevati, anche il ricorso al commercio elettronico da èparte delle aziende italiane.  

Gli acquisti on-line

Nel 2007, il 28,2% delle imprese con almeno 10 addetti ha effettuato acquisti on-line; per il 58,4% di queste il valore degli acquisti effettuati attraverso il canale elettronico rappresenta meno dell’1,0% del valore totale degli acquisti.

Il ricorso agli acquisti on-line, tuttavia, risulta più frequente tra le imprese di maggiore dimensione (47,3%, contro il 26,6% registrato tra le unità di dimensioni più contenute).

 

Le vendite on-line

Nell’anno 2007, il 4,8% delle imprese con almeno 10 addetti ha effettuato vendite on-line per un valore complessivo del 2,87% del fatturato totale.  
Utilizzano di più il canale di vendita on-line le imprese con almeno 250 addetti (13,7%) rispetto a quelle con 10-99 addetti (4,7%). 

Da notare come  il 10,0% delle aziende con almeno 100 addetti fatturi il 73% per cento dell’intero valore delle vendite on-line.

La maggior parte delle imprese con almeno 10 addetti fattura on-line valori superiori all’1,0% del proprio fatturato, ma solo l’11,1 per cento fattura più della metà del valore complessivo delle vendite.
Fra le attività economiche, si distinguono le percentuali elevate delle imprese appartenenti ai settori della fabbricazione di macchinari e apparecchiature meccaniche (30,3%), le poste e telecomunicazioni (82,5%) e le attività di informatica (35,9%) che fatturano on-line più del 50,0 per cento del valore delle loro vendite. 

In termini di valori scambiati, non emerge un canale di vendita on-line nettamente predominante: il valore di queste transazioni si ripartisce sostanzialmente in misura pressoché analoga tra il sito web e il canale degli scambi automatizzati (più tipico negli scambi tra imprese). La scelta del canale di vendita, inoltre, appare legata più alla tipologia di prodotto o servizio offerto e alla tipologia di acquirente (impresa o altro): il settore industriale predilige lo scambio automatizzato (66,1 per cento del valore on-line), mentre quello dei servizi scambia attraverso il sito web circa il 56,0 per cento del valore del fatturato on-line (con percentuali che arrivano a oltre il 90,0 per cento nel caso del commercio al dettaglio, trasporti, poste e telecomunicazioni).

 

Leggi: Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle imprese

Andrea Spedale

Da sempre appassionato di informatica e commercio. Queste passioni hanno influenzato le scelte formative (perito informatico, laurea in economia e commercio con tesi “marketing e nuove tecnologie di comunicazione”) e le scelte di vita (imprenditore ed e-imprenditore). E' un imprenditore nel settore industriale e dall’ottobre 2002 anche un e-imprenditore con diversi negozi attivi on-line in 3 diversi settori. Nel settembre 2004 ha dato il via al progetto aicel e nel e settembre 2007 ha fondato AICEL la prima e unica associazione italiana dedicata al commercio elettronico dove attualmente ricopre la carica di presidente.

2 Commenti
  1. Eccellente analisi che va contro lo stereotipo di e-commerce visto come un canale insicuro e poco rilevante, quasi un optional per una azienda.
    Si dice che ogni problema nasconda una opportunità, e saperla cogliere distingue l’imprenditore di successo dalla massa; questo articolo fornisce la giusta chiave di lettura del contesto economico attuale e apre una prospettiva inaspettata per le aziende. Prima della crisi le aziende italiane si sono mosse con estrema cautela verso la vendita online, a causa dei rischi percepiti dagli imprenditori. Rischi più paventati che reali, amplificati dai media (che monetizzano per mestiere tutto ciò che fa presa sull’immaginario collettivo). Oggi con i mercati che si contraggono in tutto il mondo, gli stessi imprenditori hanno un buon motivo per fare il grande passo e dovrebbero affrontare un rischio troppo alto per non farlo.
    L’opportunità deve essere colta, perché oltre a costituire uno sbocco per gli affari in questo momento, quando ci lasceremo alle spalle questa congiuntura economica, le aziende che si saranno aperte sul Web si troveranno in una posizione forte sul mercato online dei prossimi decenni.
    Di questo approccio attivo nei confronti della crisi se ne parla molto anche negli ambienti SEO americani, che hanno partorito vere e proprie tecniche di vendita per i tempi di crisi.
    Il migliore articolo che ho letto in proposito è quello di Jeef Sexton, della società Future Now, leader nella tecnica di vendita sul Web: http://www.grokdotcom.com/2008/11/11/bridging-the-psychic-pain-gap/ la traduzione che Jeff mi ha autorizzato a pubblicare è http://www.ideawebitalia.it/ecommerce/104/ L’articolo riporta considerazioni acute sulla psicologia della vendita quando ci sono pochi quattrini in giro e soluzioni utili per chiunque abbia un sito di e-commerce.

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